Il Literatur-TANDEM-letterario 2024 è una borsa di studio per giovani scrittori provenienti da Italia e Germania. Gli autori hanno presentano un racconto (short story) nella propria lingua. Nell’ambito di un tandem tedesco/italiano hanno quindi tradotto il racconto del partner di lingua straniera nella propria lingua.
Uno dei sei tandem del 2024 è Franziska Gerlach con la sua storia Stella e Maria Renda con il suo racconto Supercinema. Nel suo commento alla traduzione del testo Stella Maria Renda ha scritto:
… Il racconto di Franziska non è iniziato per me nel momento in cui ho aperto il file … C’era però altro, ovviamente. Cosa fosse questo altro l’ho scoperto grazie a una frase: “Aus dem Halbdunkel schälten sich die Umrisse einer sehr großen, sehr schlanken Frau”. La parola Halbdunkel mi ha conquistato subito. Ho cominciato a giocare con i sinonimi per quello schälten sich e quell’Umrisse così liquidi e quando, dopo vari tentativi, ho sostituito la parola Umrisse con la parola contorni – allora sì che i contorni hanno cominciato a emergere davvero dal buio, e a rivelarsi chiaramente, e la progressione ha svelato la sua gradualità immaginifica, e quella donna con le gambe lunghe è apparsa davvero dentro la mia stanza e si è seduta vicino a me. È stato lì che il racconto è cominciato. …
Maria Renda
… Precisione e ritmo sono state le prime due chiavi, precisione nella scelta dei vocaboli, ritmo modellato sull’originale per impedire alla vanità della bella frase di prendere il sopravvento. ..
Ecco il commento intero di Maria Renda:
Il racconto di Franziska non è iniziato per me nel momento in cui ho aperto il file, e linee dritte come sbarre che restituivano suoni poco familiari mi sono apparse davanti, H, K, a difesa di un cuore che intuivo, ma che pareva custodito troppo bene per poterlo avvicinare. Non è iniziato nemmeno nel momento in cui i sistemi di traduzione in rete mi hanno restituito la prima versione, brutta come tutte le traduzioni automatiche e altrettanto muta. Il racconto è iniziato per me nel momento in cui l’ho visto: ma prima ho dovuto scuotere le sbarre.
Il primo ostacolo era dato dalla distanza fra il dettato narrativo tedesco e quello italiano. Nella nostra narrazione classica la parola d’ordine è legare; i vuoti devono essere dosati, la consequenzialità evidente – infatti le congiunzioni spesso sono molteplici e le frasi lunghe accettate, purché fluide. Cicerone, più che Seneca. Una narrazione che lavori più sui vuoti che sui pieni appartiene purtroppo ancora a un approccio inteso come sperimentale, che però non era, questo lo sentivo chiaramente, la chiave per far rivivere la narrazione. Fatte salve le radici comuni nel latino, c’era qui un Seneca che non potevo restituire integralmente così com’era, o il dettato sarebbe sembrato monco.
Se il dettato era da traslare con giudizio, in compenso la struttura era chiarissima. Si trattava dell’alternanza fra un racconto extra-ordinario collocato nel presente – una persona che non c’è più e che si materializza in una stanza – e flashback di episodi realmente accaduti. C’era però altro, ovviamente. Cosa fosse questo altro l’ho scoperto grazie a una frase: “Aus dem Halbdunkel schälten sich die Umrisse einer sehr großen, sehr schlanken Frau”. La parola Halbdunkel mi ha conquistato subito. Ho cominciato a giocare con i sinonimi per quello schälten sich e quell’Umrisse così liquidi e quando, dopo vari tentativi, ho sostituito la parola Umrisse con la parola contorni – allora sì che i contorni hanno cominciato a emergere davvero dal buio, e a rivelarsi chiaramente, e la progressione ha svelato la sua gradualità immaginifica, e quella donna con le gambe lunghe è apparsa davvero dentro la mia stanza e si è seduta vicino a me. È stato lì che il racconto è cominciato.
Precisione e ritmo sono state le prime due chiavi, precisione nella scelta dei vocaboli, ritmo modellato sull’originale per impedire alla vanità della bella frase di prendere il sopravvento. A quel paese, le belle frasi. Qui c’era un mondo che doveva schälten sich. In questo, un lusso necessario è stato il dialogo con Franziska, che al contrario del racconto è iniziato quasi subito, il 31 Gennaio del 2024, ed è proseguito fino all’invio di consegna che abbiamo fatto insieme, pigiando sullo stesso tasto quasi contemporaneamente, a 573 chilometri di distanza, Vado? Vai. Incredibile.
La terza chiave è stata la resistenza: resistere in parte alla seduzione delle parole. Impossibile non subire il fascino di parole come Schneechaos, che ho guardato come si guarda la neve scendere oltre la finestra; concentrarmi su alcune parole, però, mi avrebbe fatto perdere di vista l’essenziale a favore di un esercizio retorico – accettare l’intraducibile, accettare che nessuna locuzione possa rendere del tutto Schneechaos significa darsi il permesso di andare avanti.
A proposito di indietro e avanti. Nel racconto l’alter ego di Franziska è una ragazza giovane e parla in prima persona. A un certo punto del nostro scambio, mi sono accorta che mi rivolgevo spesso a Franziska come se fosse molto più giovane di me – come se io fossi avanti con l’età, come si dice – sebbene appartenessimo alla stessa generazione. In un certo senso, una parte di me stava parlando con quella ragazza. Oggi ringrazio di cuore quella ragazza per avermi parlato.
Maria Renda