Literatur-TANDEM-letterario 2025
Commento di Gabriele Magro

Il Literatur-TANDEM-letterario 2025 è una borsa di studio per giovani scrittori provenienti da Italia e Germania. Gli autori hanno presentano un racconto (short story) nella propria lingua. Nell’ambito di un tandem tedesco/italiano hanno quindi tradotto il racconto del partner di lingua straniera nella propria lingua

Uno dei sei Tandem del 2025 è Gabriele Magro con la sua storia I piccoli topi e Ariana Emminghaus con la sua storia Ein einziges Hin. Nel suo commento alla traduzione del testo Ein einziges Hin Gabriele Magro ha scritto:

Come dicevo, la traduzione è quasi fedele, ma il quasi è un discrimine importante. Mi sono concesso un lusso che, se il bando di questo Tandem non esplicitasse che “gli autori hanno la libertà di tradurre i testi in modi molto diversi” e che sono concesse “la riscrittura di parti del testo o la rivisitazione creativa dei testi con parole proprie”, sarebbe imperdonabile: l’ho versificato.

Gabriele Magro

Ecco l'intero commento di Gabriele Magro:

Nel tradurre “Ein Einziges Hin” di Ariana Emminghaus ho cercato di mantenere la massima aderenza possibile al ritmo, avviluppato e scattoso, del testo originale. La traduzione è quasi fedele. Sono rispettate tutte le scelte lessicali; i campi semantici e l’immaginario della voce narrante sono stati ricostruiti con la massima cura. Non è stato semplice: il racconto di Emminghaus si avvolge su sé stesso, disegna spirali, si snoda e si riannoda tra ripetizioni ossessive e anafore. Parla di identità: l’identità della narratrice e l’identità del pesce, “che ora è il mio pesce”, sono il nodo intorno al quale si stringe lo smarrimento dell’io, ed è nella ricerca infruttuosa di un confine intorno al proprio io che le frasi si troncano e si riannodano. L’io narrante si dissocia da sé e si ricompone in sé, nel pesce rosso, nel camaleonte, nella pianta, nella muffa del frigorifero, nel lago: ogni elemento appare e scompare in un gioco di riflessi e dissolvenze, prima vicinissimo, come visto sotto la lente di un microscopio, poi lontano, come in una ripresa dall’alto fatta con un drone. Ma per questo traduttore (che è una persona sentimentale), è un racconto che parla soprattutto degli amori mancati, della scelta (difficile e troppo facile) di lasciare coloro di cui non siamo capaci di prenderci cura.
Come dicevo, la traduzione è quasi fedele, ma il quasi è un discrimine importante. Mi sono concesso un lusso che, se il bando di questo Tandem non esplicitasse che “gli autori hanno la libertà di tradurre i testi in modi molto diversi” e che sono concesse “la riscrittura di parti del testo o la rivisitazione creativa dei testi con parole proprie”, sarebbe imperdonabile: l’ho versificato. L’idea di restituire questo racconto in versi viene da una coincidenza digitale: nella prima versione che ho letto, l’impaginazione faceva sì che (per errore!) i paragrafi risultassero spezzati in versi di lunghezza molto varia, alcuni lunghi come interi periodi, altri brevi come frammenti, quasi sincategorematici. A rendere il testo ancora più onirico era il fatto che il tedesco non è la mia lingua madre: lo studio da tanti anni, ma quando lo leggo di fretta le mie lacune lessicali fanno sì che i testi guadagnino per me l’effetto perturbante che doveva produrre nel fedele la messa in latino: so che cosa si sta dicendo, ma non lo conosco. È un effetto ipnotico che mi è sembrato coerente con il racconto, con la sua lingua e con il suo stile, e che ho voluto provare a ricreare per il lettore italiano. Mi sono anche permesso di aggiungere, in coda, un haiku in cui è il pesce (che nel racconto non parla mai, chissà se anche in tedesco si dice “muto come un pesce”) ad avere l’ultima parola.
È un piccolo omaggio a un racconto che ho amato molto.

Gabriele Magro