Un'altra volta un racconto è stato tradotto.
Ecco il commento di Sara Mei sul racconto Im Dickicht di Sabine Oberpriller.
La voce di Sabine è lirica e libera. Liberissima. Si muove su più piani narrativi, non facendo distinzioni. Sono passata decine di volte sul testo, cercando di restituire il senso in italiano, senza perdere la sua capacità descrittiva che confina con un’astrazione fluida. Il racconto ha qualcosa di aulico che per me era importantissimo riuscire a mantenere.
Sara Mei
Il testo di Sabine, racconta il viaggio di una giovane donna che si inabissa in un bosco. Mentre lo attraversa si interroga sul senso del tragitto, si domanda quanto sia decisiva la meta e quanto invece sia importante perdersi in una peregrinazione istintiva. Il suo percorso è tracciato da qualche incontro, dilemmi, ricordi, sogni e da un discernimento interiore che spesso la mette di fronte a un bivio. La protagonista vacilla in cerca di un’identità, il suo avanzare è puntellato da domande che l’assillano, interpellandola di continuo. Il bosco simboleggia la vita. Come deve essere: appagante e obbligata oppure selvatica e intuitiva? La voce di Sabine è lirica e libera. Liberissima. Si muove su più piani narrativi, non facendo distinzioni. Sono passata decine di volte sul testo, cercando di restituire il senso in italiano, senza perdere la sua capacità descrittiva che confina con un’astrazione fluida. Il racconto ha qualcosa di aulico che per me era importantissimo riuscire a mantenere. Ho differenziato la seconda voce interiore, usando il corsivo, per cercare di facilitare il lettore. Agevolarlo, distinguendo i due piani narrativi. Il racconto in tedesco si chiama: “Im Dickicht”, l’ho modificato – in accordo con l’autrice – ne “Il cuore del bosco”. Ho pensato che il tragitto che traccia la protagonista, penetra sì nella foresta ma contemporaneamente nell’io della donna, dunque nel suo cuore. E questo cuore, il suo interrogarsi, mi è famigliare. Le questioni che affronta Sabine hanno dominato la mia giovinezza. Mentre gli scenari che contempla mi sono sconosciuti, camminare con lei tra trifogli, campi di orzo, aster bianchi, dove si incontrano il luì piccolo, lo zigolo giallo e il falco, ha rappresentato il mio di viaggio