TANDEM 2022
Due giovani pionieri all’ultimo anno

E ancora una volta un racconto è stato tradotto.
Ecco il commento di Sara Bianchetti sul racconto di Şafak Sarıçiçek.

Il racconto che state per leggere tratta della storia di due ragazzi che non hanno un nome. Ricordo come a una prima lettura questa scelta mi avesse stupito, perchè il nome si associa all’identità, dice chi siamo e da dove veniamo. Eppure, per conoscere un nome, bisogna prima approcciare l’altra persona e andare oltre le apparenze, oltre un paio d’occhiali e una maglietta colorata nascosta sotto una giacca.

E, nella società superficiale di oggi, questo non sempre accade: ci si limita a catalogare le persone e a confinarle in categorie, chiamare il primo giovane introverso e il secondo estroverso, senza approfondire. Si fa fatica a conoscere la confusione dei loro pensieri, la gravità dei loro problemi, a meno che non ci si trovi immersi nella loro interiorità sin dal principio, così come avviene in questo testo, dove due studenti apparentemente tanto diversi sono uniti nella lotta per l’esistenza. La lotta va intesa come sopraffazione reciproca, scontro con l’ingiustizia che, nello specifico caso del racconto, ha luogo in Turchia, ma che divampa nel mondo intero, nell’universo, addirittura, a cui ci si appella nel disperato tentativo di darle un senso. E questo risponde, basta saperlo ascoltare. Risponde con un mormorio, una musica eterna e immutabile che desta stupore per la sua infinità e, allo stesso tempo, incute terrore nelle menti di chi risveglia: le rende consapevoli della loro finitezza.
E’ così che due giovani anonimi acquistano il ruolo di pionieri che scoprono nuove possibilità e mostrano, anche al più scettico, quanto l’universale si possa cogliere nel particolare, in una scuola.
Riuscire a rendere il testo nella sua profondità e complessità originale è stata una vera sfida, tanto che a volte mi sono vista costretta a ricorrere a semplificazioni per riuscire a trasmetterne al meglio il messaggio, senza mai venire meno alla trama ovviamente.
Ma è proprio a questo che serve la collaborazione in tandem: a confrontarsi, capire e imparare.